Al servizio gli uni degli altri per la gloria di Dio
- Messaggio in occasione della Settimana per l’Unità dei Cristiani
- S.E. mons. Marco Cè, patriarca di Venezia
- Venezia
- 08-01-1979
- 1979
Carissimi nel Signore,
S. Pietro invita i cristiani della prima generazione ad «usar bene i doni di Dio, così che ciascuno metta a disposizione degli altri la grazia particolare che ha ricevuto… in modo che sempre sia data gloria a Dio, per mezzo di Gesù Cristo» (1Pt, 4,7-11).
L’esortazione dell’Apostolo è stata scelta come tema e come problema per la Settimana di preghiera per l’Unione dei cristiani che si svolgerà dal 18 ai 25 gennaio.
Questa Parola ci riguarda e vuol dirci almeno tre cose:
- ci rende certi che nessuno è senza doni di Dio, perché nessuno è senza Dio. Dio è grazia e Dono;
- ci avverte che i doni di Dio non si trattengono, ma vanno messi in circolazione. Il cristiano non è un privato: è un uomo con e per gli altri; riceve per dare e non per possedere;
- ci invita a donare e a ricevere non per affermarci nella nostra generosità o nella nostra umiltà, ma per la Gloria di Dio. Che è come dire: per costruire con Lui e per Lui, in Gesù Cristo, la sua Comunità, la sua Chiesa.
L’ecumenismo è impegnato in questa certezza, che sfida le divisioni dei cristiani e li invita a superarle secondo questa delicata metodologia della fede. I cristiani possono e devono incontrarsi, perché ricchi dei doni di Dio.
Una esperienza che vale per ogni comunità cristiana. Tensioni e difficoltà fanno parte della vita di una famiglia: l’ecumenismo ci ha insegnato come affrontarle. Il diverso può essere anche segno di ricchezza: non sempre, ma più spesso di quanto non si creda. Incontrarci per donare e ricevere gli uni dagli altri i doni di Dio. È esercizio di comunione.
Raccomando a tutti attenzione a quanto è preparato dal programma di questa settimana. Mi rivolgo in particolare ai Sacerdoti perché curino con sensibilità soprattutto il momento della preghiera comunitaria. È pregando che Cristo Signore, mentre va a morire, dice che l’Unità dei «suoi» è quanto ha di più caro da lasciarci in eredità.
Che Egli guarisca la sua Chiesa, dovunque essa è, e le doni l’Unità che tutti, in Lui, speriamo.
Vi benedico di cuore.
- allegati:
- Scarica il pdf, RDPV (1979) 1,124

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